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La sessualità fluida


Siamo stati educati con l’idea di una sessualità binaria, con due polarità contrapposte: Uomo/Donna. In questa concezione l’identità biologica dell’uomo e della donna sono conformi all’identità di genere e al relativo orientamento sessuale: l’eterosessualità. Tutte le manifestazioni della sessualità che non rientrano in queste categorie venivano, e ancora spesso vengono, considerate Diverse, Altre, Strane.

Pensiamo che solo nel 1974 , l’American Psyhiatric Association ha eleminato dal D.S.M. l’omosessualità dalle Parafilie (categoria in cui vengono considerate le Perversioni sessuali) e solo nel 1990 l’O.M.S. non ha considerato più l’omosessualità una malattia. (https://oggiscienza.it/2016/05/17/omosessualita-dsm-malattia-mentale/index.html).

Con i cambiamenti culturali e sociali, con le diverse manifestazioni di sensibilizzazione portate avanti soprattutto dal movimento LGBT, siamo ormai più pronti ad accettare l’omosessualità, e senza minimizzare episodi di discriminazione che ancora accadono, contrapponiamo due categorie: Eterosessualità vs Omosessualità. Ma in questo modo rimaniamo ancora all’interno della logica Binaria.


Oggi, però, si parla molto di sessualità fluida, per descrivere tutte quelle manifestazioni della sessualità che non rispecchiano nessuno dei due poli individuati nell’etero o nell’omosessualità.

Nascono e scopriamo nuove categorie, i Pansessuali, i Demisessuali, gli Asessuali ecc. per indicarne alcune, con cui chi vi si riconosce, prova attrazione e interesse verso la persona senza considerarne i caratteri sessuali specifici. I pansessuali ad esempio sono uomini o donne che sono attratti e amano la persona in quanto tale (ne apprezzano la personalità, l’identità) e non la scelgono in base ai caratteri sessuali specifici. I Demisessuali provano attrazione e di conseguenza desiderio sessuale soltanto se con la persona c’è un legame affettivo concreto a prescindere dalla sua identità di genere e senza questo legame non c’è atto sessuale. Gli asessuali eliminano in toto la sessualità dal rapporto con l’altro/a.

Eppure tutti amano e hanno il diritto di esprimere e vivere i propri bisogni sessuali.


Ma davvero vogliamo usare delle categorie per parlare di sessualità?


La società è cambiata ed è cambiato anche il modo di vivere e concepire la sessualità e non per questo deve essere ridotto tutto ciò che non rientra nella sessualità binaria (eterosessuale vs Omosessuale) ad un’altra categoria, come quella della Sessualità Fluida.

Le categorie ci servono, permettono di dare un ordine alla realtà, che facilita la comunicazione, la condivisione ecc, ma è vero anche che le categorie alimentano gli stereotipi, il pregiudizio facilitano la discriminazione. Pertanto, non sono personalmente d’accordo, nell’usare l’aggettivo fluida per definire queste nuove forme di sessualità, perché si corre il rischio di creare una nuova categoria di "Diversi".

Si può obiettare che molte di queste sono create e difese proprio da chi vi si identifica e che grazie anche a queste etichette cercano di affermare la loro identità e i loro diritti. Ma chi non si identifica in queste categorie non sempre le usa per rispettarle.

Episodi di discriminazione e intolleranza ce ne sono ancora molti, c’è allora proprio bisogno di chiamarla sessualità fluida? Non potremmo chiamarla solo Sessualità ed accettare che la sessualità è semplicemente cambiata? E’ un’espressione umana e quindi ne deve essere riconosciuta l’unicità, che rispecchia i vissuti, la storia di ogni individuo.


I giovanissimi, più, aperti al cambiamento, ce lo insegnano, sono molto più pronti a considerare “normali” i vari comportamenti sessuali. “Noi adulti”, “Noi genitori”, “Noi comunità” impariamo ad accettare questi cambiamenti e per farlo dobbiamo prima di tutto recuperare proprio la Persona con la sua unicità.


Il tema sessuale, soprattutto quando riguarda i nostri figli, è ancora in molti casi un tabù e comunque attiva sempre una serie di vissuti ed emozioni non sempre consapevoli e facili da affrontare. Proviamo invece ad ascoltarci, a chiederci cosa stiamo provando e perché, cercando di tenere ben distinte quelle che sono le nostre idee, le nostre emozioni da quelle che invece tentano di esprime i nostri figli.


Recuperare la persona e i suoi vissuti, avere una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni permette anche di creare un clima emotivo diverso che porta all’accettazione e al rispetto, fondamentali per facilitare il dialogo e la comprensione. Molte delle sofferenze, delle forme di disagio non nascono dal fatto che si hanno scelte sessuali diverse o fluide, ma dal fatto che non vengono capite, che non se ne può parlare, che ci si sente soli.

Su queste premesse si arriva ad una diversa educazione affettiva e sentimentale, un’educazione che consideri la sessualità come una delle espressioni della persona, che non è quindi ne binaria e ne fluida ma semplicemente Sessualità.


Dr.ssa Marzia Dileo



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