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Immagine del redattoreMarzia Dileo

IL TURISMO ESPERIENZIALE


Il turismo esperienziale è una tipologia di vacanza che sta prendendo molto piede negli ultimi anni, anche se la sua origine risale agli anni ’50-’60. E’ un turismo in cui si mette in primo piano la possibilità (e la necessità) di svolgere diverse attività che consentono di entrare in contatto emotivo, umano con le tradizioni, la cultura o la natura del posto che si visita. Il luogo da visitare viene però posto in secondo piano, perché alla base della scelta della vacanza c’è la necessità di vivere delle esperienze emotive, che potremmo dire ci mancano.

Esempi di turismo esperienziale sono il turismo enogastronomico, che in alcuni casi prevede che il viaggiatore partecipi a dei laboratori di cucina dove è lui non solo a cucinare ma anche a ricercare gli ingredienti per fare i piatti tipici del posto, oppure quelle vacanze che si basano sul contatto con la natura del posto, il cosiddetto turismo naturalistico (trekking, pescaturismo). Rientrano fra le vacanze esperienziali anche quelle che prevedono lo svolgimento di attività sociali durante il periodo di vacanza e che permettono non tanto di conoscere un posto diverso, quanto di confrontarsi con delle realtà che mettono in moto diverse emozioni e non solo positive (dalle emozioni legate alle esperienze di solidarietà e condivisione a quelle legate al confronto con il dolore, la malattia)…Ebbene si anche questa è una forma di vacanza, ben lontana dalla concezione del turismo di massa, dove l’imperativo è rilassarsi, divertirsi e vedere più posti possibili.

La vacanza esperienziale ha lo scopo di attivare i canali emotivi, invita a fare, stimola il confronto, la riflessione e seppure questo avviene in un contesto piacevole e in un periodo di tempo limitato, è una vacanza che dà stimoli e non fa staccare la spina.

Perché? Perché abbiamo bisogno di questo tipo di stimoli? Il successo delle vacanze esperienziali ci sta forse dicendo che abbiamo bisogno di emozioni, emozioni vere (positive o negative che siano), quelle che consentono di conoscerci meglio, di dare un senso diverso alla nostra esperienza di vita.

Sembra sempre piùdifficile con i ritmi della vita quotidiana sperimentare tutto ciò. Eppure siamo invasi da stimoli, possiamo scegliere fra moltissime cose, abbiamo pure possibilità di contatto con culture diverse nelle nostre città, se solo ci fermassimo, ci fermassimo ad ascoltarci a dare senso a ciò che proviamo. In preda all’ansia, ad un dolore o nell’esplosione di gioia siamo subito pronti a condividerla su un social, dimenticando di vivere noi l’emozione, di lasciarla fluire, ascoltarla e a darle il significato che permette di dare senso e valore all’esperienza stessa.

Vogliamo fare attività sociali per 15 giorni l’anno, quando magari potremmo farlo anche durante l’anno trovando un po' di tempo e un po' spazio per noi stessi e per l’altro.

Il successo delle vacanze esperienziali sembra confermare il fatto che la vita moderna ci separa, ci isola, ci aliena dal confronto con noi stessi ma anche con gli altri.

Dr.ssa Marzia Dileo

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