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IL MENTAL COACH SPORTIVO


E’ un professionista che ormai appartiene a tutti gli staff sportivi che vogliano rendere realmente competitivi i loro sportivi. Come gli altri membri del backstage non è molto conosciuto e per questo delle volte temuto a causa di fantasie spaventose che può generare in alcune persone o stimolare inutili, perché false, preoccupazioni di competizione negli staff impreparati.


In internet ci sono molti articoli, ne abbiamo pubblicati molti anche noi di APBPS, di psicologia sportiva grazie ai quali gli sportivi possono mettersi in guardia rispetto le difficoltà che possono incontrare come la vigoressia, oppure trovare suggerimenti per affrontare e superare prove durissime come gli infortuni, imparare tecniche per gestire emozioni che hanno distrutto molte carriere come la paura, la rabbia esplosiva, la depressione mascherata…


Il mental coach, lo psicologo sportivo, è una figura che spaventa, (diciamocelo: lo psicologo in generale fa questo effetto in molti), ma per motivi sempre legati alla disinformazione rispetto il loro ruolo e funzione nei diversi ambiti e così può essere vissuto come un giudice o un invasore di ruoli, ma non è assolutamente mai così. Ecco perché nello sport.


Chi fa sport oggi non può più affrontare da solo le enormi pressioni generate dai giudizi e le frustrazioni che arrivano da ovunque e da chiunque e sopportare l’infinità di situazioni complesse, non solo emotive, che arrivano addosso. Questo perché il mondo sportivo richiede sempre di più perché ha affinato le conoscenze e così le tecniche di allenamento sono sempre più professionali e specifiche per ottimizzare le performance degli atleti che infatti danno risultati sempre migliori grazie anche al riconoscimento dell’importanza fondamentale che ha lo stato psicologico.


Come fa un atleta a misurarsi e superare da solo paure nascoste e magari percepite come “fastidio per il pubblico fino ad un senso di insopportabilità”, l’ansia competitiva, fobie sociali, iperattivazione dell’arousal… ?

O ancora, con esperienze piuttosto comuni, ma che possono diventare devastanti, di perdita del controllo del corpo:


“Sento chiudersi il cervello… Mi si appanna la vista quando devo affrontare un avversario… Sento le gambe rigide e non riesco a correre… Mi blocco…”



Le aspettative proprie, quelle della squadra, dei familiari, quelle ideali, quelle reali, quelle soddisfatte e quelle deluse…


Cosa fa il mental coach sportivo?

Si occupa di tutte queste cose prevenendole il più possibile, riconoscendo le difficoltà nella loro vera natura, usando gli strumenti giusti e calibrandoli su ogni persona per risolverli tempestivamente ed efficacemente quando emergono, ottimizzando le condizioni mentali dell’atleta che sostengono e danno le energie al corpo.





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