Il primo punto importante da ribadire sempre è che i bulli sono sia maschi che femmine di ogni fascia d’età, cultura e classe sociale.
Il secondo è che i bulli sono incapaci di provare empatia.
Il terzo è che il bullismo è un fenomeno di gruppo altrimenti è un caso di stolkeraggio.
Il quarto è che non risparmiano nessuno perché la vittima è designata e non è per colpa sua, i bulli colpiscono qualcuno che li fa arrabbiare perché è (o sembra a loro) felice (es. perché ha la giacca firmata o il fidanzato/a figo/a), serena (es. perché ha un suo equilibrio), tranquilla (es. perché è una brava persona) cosa che vorrebbero loro ma non possono essere per problemi loro.
La questione dell’empatia
UUhhh… quante volte sento definire l’empatia come: “la capacità di mettersi nei panni degli altri.”
Sì, ma non finisce qui. La definizione è incompleta. L’empatia è, in breve, la capacità di mettersi nei panni degli altri e dare i significati reali e congruenti a quello che sentono. I bulli non sono capaci di farlo. Essere spaventati è diverso che arrabbiati, delusi, irosi… Tuuuuttaaaaa un’altra storia. Così essere gentili non vuol dire essere falsi, buoni non vuol dire essere deboli… Insomma, se qualcuno sente che l’altro è arrabbiato quando invece è spaventato, non è empatico, sta sbagliando.
I bulli magari sanno parlare di sentimenti, ma sono parole vuote e sono deviate le interpretazioni di senso dei sentimenti e intenzioni che danno delle loro vittime e quindi false. I bulli per esempio interpretano la sofferenza delle loro vittime come una forma di debolezza e piagnisteo anche per questo danno giù botte più forti quando la vittima chiede aiuto infatti uno dei problemi delle vittime è proprio questo oltre al fatto che la vogliono isolare.
Le loro vittime sono le persone che sembrano loro felici, tranquille, serene, realizzate
Ecco perché e come i bulli designano la vittima.
I bulli pensano:
1. ti vediamo contento/a
2. ci fa male e quindi arrabbiare vederti contento/a perché sappiamo di non poterlo essere
3. distruggiamo quello che ti rende contento/a e/o distruggiamo proprio te
Alla base c’è la loro incapacità a riconoscere la rabbia, l’odio, l’invidia che si scatena in loro e la giustificano in modo del tutto distorto accusando la vittima. In breve: convincono gli altri che è la vittima a provare quei sentimenti lì.
Ecco perché la vittima, per i bulli deve essere spezzata, annientata, uccisa se la felicità della vittima è su diversi piani (es. affettivo, lavorativo /scolastico, esistenziale), perché il problema non è quello che ha fatto o fa, come dicono, ma quello che è (è percepita) serena, felice…
Ecco perché le azioni del bullismo sono tutte orientate a distruggere la vittima su tutti i piani: sociale, affettivo, professionale/scolastico è l’annientamento, la morte sociale che vogliono i bulli della vittima ecco perchè, ogni volta che la questa troverà o costruirà qualcosa che possa renderla anche solo sollevata, figuriamoci felice, questa cosa verrà attaccata con violenza: un partner, un lavoro, banalmente la macchina o il cellulare nuovi. Chiunque si avvicini alla vittima verrà fatta allontanare perché i bulli isolano la vittima.
I bulli ovviamente pensano e dicono il contrario perché, non avendo capacità di analisi dei sentimenti, non riconoscono che il problema (la rabbia, l’odio, l’invidia) l’hanno loro ma dicono che l’ha la vittima. Dicono che la vittima se lo merita.
Così i bulli vedono e interpretano sempre tutto quello che fa la loro vittima in modo svalutato, sbagliato, con intenzioni cattive, manipolative, false, ma i bulli stanno parlando di loro, non della vittima in realtà. Infatti perseguitano, manipolano, dicono falsità, picchiano la vittima. Attribuiscono tutto quello che sentono loro alla vittima e così manipolano il giudizio di altre persone che a loro volta, per paura spesso, altre volte perché non sanno come reagire, diventano complici del bullismo.
Occhio però, oggi i bulli hanno questa vittima, ne possono però perseguitare più di una alla volta e domani possiamo esserlo noi ecco un ottimo motivo per non agire il bullismo. Ecco perché il bullismo sta dilagando e non è un fenomeno solo dei ragazzi, scolastico, ma c’è ovunque solo che non viene riconosciuto, nominato.
La forma peggiore? Il cyberbullismo. Con la tecnologia i bulli possono: controllare, influenzare, rovinare la vita di chiunque senza che neanche se ne accorga. Come? Akerando i nostri cellulari e computer, inserendosi nella nostra linea internet e noi magari neanche ce ne accorgiamo. (vedi i tanti video di Calzolari di Striscia la Notizia)
Ecco l’importanza di qualcuno che sappia riconoscere il fenomeno del bullismo.
“Rem tene verba sequentur“ “Capisci la cosa le parole verranno da sé” significa anche che se non si capisce cosa abbiamo di fronte non possiamo neanche dargli la giusta soluzione.
La prima cosa da fare più importante e immediata? E’ proprio non fare quello che vogliono i bulli e cioè bullizzare le vittime che vuol dire: sparlare della vittima, controllarla, isolarla, agirle violenze psicologiche, verbali…
Che fare?
1 avvertiamo subito la vittima;
2 non lasciamola sola nè partecipiamo alle azioni dei bulli anche se ci sembrano giuste perchè siamo manipolati;
3 parliamone apertamente tra gente buona senza agire comportamenti vessatori o illegali (chiari segnali del bullismo) e poi denunciamo.
O mamma, spero di non prendermi randellate in testa ora dai bulli. Ho un po’ paura, dico la verità
.
Ecco cosa si prova quando si parla di bullismo, paura se si guarda la vittima perchè capiamo che potremmo, come è vero, diventarlo a nostra volta e rabbia se si ascoltano i bulli (che è la loro dicevamo prima), figuriamoci assistervi e così lo si ignora o si diventa parte del fenomeno.
Era meglio se facevo un altro lavoro, non lo psicologo e il sociologo così non dovrei osservare e dare significati alle cose e rischiare tutti i giorni le botte da quelli che si sentono giudicati anche se parlo di fenomeni sociali o teorie.
Comunque dico sempre: se qualcuno si identifica in quello che dico, gli dà fastidio, ha critiche ecc…
Mi scriva o mi telefoni ne parliamo e risolviamo subito io non ho mai menato nessuno e non lo farò mai.
Richard E Unterrichter
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